TARANTO – Gli autotrasportatori di Casartigiani Taranto sono stremati e rivendicano a gran voce dignità per la città, per le imprese e l’indotto Ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia.

Questo è quanto preteso stamattina, davanti alla portineria C area ingresso TIR del siderurgico, in conferenza stampa. Gli autotrasportatori esigono senza più ulteriori rinvii, risposte chiare, nette e concrete da parte del Governo, delle istituzioni, della politica e da Acciaierie d’Italia, che è al collasso: non ci sono risorse, materie prime e le aziende dell’indotto sono prostrate. L’attuale gestione sta portando una serie di imprese del settore al collasso finanziario e gestionale, perché tra gli autotrasportatori c’è chi avanza ancora le fatture di giugno e chi può le sconta, incassando parzialmente quanto gli spetta ma indebitandosi con le banche. Lo stesso vale per i fornitori che non vengono pagati regolarmente.

Il responsabile del settore autotrasporto Giacinto Fallone dichiara che lo scaduto fatture, delle aziende tarantine, ammonterebbe oltre 20 milioni di euro: «Chi riesce a scontare le fatture – ha detto – sfiora interessi al 12 o 13%, in tempi di pagamento dilazionati a sei mesi. Diversamente, chi non ha questa possibilità attende anche oltre un anno. Da quando è subentrata la Piastra logistica di Mittal, lavorano migliaia di aziende provenienti da tutta Italia, con gli stessi mezzi ma i contrattisti sono differenti». Prosegue il rappresentante di Casartigiani Taranto: «Puntualmente quando finisce lo spazio di credito che questi fornitori possono dare a Mittal, l’azienda franco indiana non paga le fatture e i fornitori. Qui ci sono aziende che avanzano ancora la liquidità da agosto per i minerali e giugno per i prodotti. Paradossalmente, le banche potrebbero decidere di far rientrare tutti i clienti per le somme debitorie anticipate, portando così le aziende al collasso economico finanziario».

Fallone ritiene che il passaggio dello Stato nella maggioranza del consiglio d’amministrazione di Acciaierie d’Italia sia l’unica soluzione possibile: «Bisogna estromettere Mittal – continua senza remore il rappresentante di Casartigiani Taranto – il fautore dei 3 milioni di euro di debiti che, in primis, dovrebbe risanare. Puntualmente, ogni mese, non possiamo sopportare di essere noi i finanziatori di Acciaierie d’Italia, pertanto, il Governo trovi al più presto altri azionisti» ha concluso.

Il coordinatore regionale di Casartigiani Puglia Stefano Castronuovo chiede la convocazione immediata di un tavolo di confronto tra lo Stato e il consiglio d’amministrazione dell’azienda: «L’ultima volta – ha detto il coordinatore – ovvero il 30 ottobre che le associazioni nazionali dell’Autotrasporto hanno scritto al ministro per gli Affari europei Raffele Fitto e all’amministratore delegato Lucia Morselli non hanno ancora ricevuto risposta. La situazione dell’indotto tarantino non è mai migliorata e puntualmente siamo costretti a scendere in piazza per annunciare la situazione drammatica cui versano le imprese. È giunto il momento che ognuno si assuma le sue responsabilità, così come il Governo ci dia delle risposte e che rispetti i pagamenti come previsto dalle norme vigenti» ha concluso Castronuovo.