L’Amministrazione comunale chiede soluzioni per un’emergenza divenuta insostenibile. Continuare a ritenere “normale” una situazione “eccezionale” non è più possibile
“Anche se qualcuno, vantando insospettabili competenze idrauliche, si affretterà a sostenere che abbiamo scoperto “l’acqua calda”, va detto che non è più possibile continuare a far finta di niente se i tempi di attesa per le visite specialistiche e gli esami diagnostici presso le strutture sanitarie diventano sempre di più inaccettabili.”
È quanto dichiara il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, alla luce delle numerose segnalazioni di cittadini esasperati per dover fronteggiare quella che è diventata un’emergenza senza fine.
“Fino ad oggi, dotandoci di cristiana rassegnazione, abbiamo compreso di tutto: che la Sanità è ingolfata da anni; che alla base dei ritardi, che definire scandalosi potrebbe risultare oltremodo riduttivo, vi è stata sicuramente un’errata programmazione; che mancano i medici e gli infermieri; che è necessario procedere ad un potenziamento dei CUP… insomma, abbiamo capito tutto quello che c’era da capire. Tranne una cosa, quella sì che ci sfugge: perché non si rimedia. O meglio, fino a che punto è difficile trovare una soluzione.”
“È frustrante -prosegue il sindaco– non poter dare una risposta ai tanti cittadini che per essere sottoposti ad un accertamento vitale per la loro salute sono costretti ad aspettare mesi, visto che non possono rivolgersi ai privati per mancanza di adeguata disponibilità economica. Per chi si accontenta di parziali consolazioni, va segnalato che il governo nazionale ha allo studio un piano che nel garantire la funzionalità dei servizi dovrebbe rimediare ad una situazione insostenibile. Ma nel frattempo? C’è un piano regionale che dovrebbe andare incontro all’utenza? E quali risultati sta conseguendo? In attesa di risposte illuminanti, possiamo constatare che, per adesso, il suo grado di efficacia non sta lasciando segni indelebili. Soprattutto a Taranto. Dove lo stato di criticità è ben conosciuto anche a causa di una concomitante emergenza: quella del Pronto Soccorso. In questo caso, ci viene detto che la mancanza di medici ed infermieri nel nosocomio cittadino rende tutto più complicato. E anche questo lo capiamo.” “Ma se ce ne siamo accorti tutti che quello del “Ss. Annunziata” non basta -conclude Melucci-, cosa sta aspettando la Regione a dotare il territorio di un altro Pronto Soccorso anche solo temporaneamente in attesa che il nuovo ospedale “San Cataldo” sia messo a disposizione della comunità? Tanto, stando a quanto viene annunciato da chi se ne intende, la sua inaugurazione dovrebbe essere imminente. Anche se… tutta questa “imminenza” sembra essere smentita da notizie pubblicate di recente dagli organi di informazione che hanno preannunciato l’ennesimo aggiornamento della data di consegna della struttura a dicembre 2024. Un ulteriore rinvio che provocherà come ovvia e preoccupante conseguenza lo slittamento (a chissà quando) dell’effettiva operatività del futuro nosocomio cittadino. Un tema che, al pari delle altre questioni irrisolte in materia di Sanità, potrebbe essere oggetto di un’eventuale riunione con i sindaci della provincia.”