Taranto – Mansioni superiori, condannata SANITASERVICE ASL TA

“Una sentenza che ripristina il diritto e la giustizia e che sottolinea l’importanza della corretta valutazione delle mansioni e dell’inquadramento lavorativo. Finalmente il Giudice con questa decisione contribuisce a promuovere condizioni di lavoro dignitose e rispettose dei diritti dei lavoratori”.

Così il segretario generale della UIL FPL, Giovanni Maldarizzi, all’indomani della sentenza che con data 3 aprile 2024 riconosce il diritto di una lavoratrice a un inquadramento lavorativo corrispondente alle mansioni effettivamente svolte, evidenziando un caso di iniquità contrattuale e di mancato riconoscimento delle competenze professionali.
Un risultato importante per la UIL FPL di Taranto che, con l’avvocato Fabrizio Del Vecchio, porta a casa con grande soddisfazione.

Il Tribunale di Taranto, in composizione monocratica, nella persona della dott.ssa Miriam Fanelli, in funzione di giudice del lavoro, si è pronunciato in merito all’inquadramento di una dipendente la quale ha sempre sostenuto di aver svolto mansioni superiori rispetto a quelle previste dal suo contratto, in particolare presso il Sert di Martina Franca a partire dall’ottobre 2015. La ricorrente affermava di aver eseguito attività amministrative e infermieristiche di supporto, oltre a mansioni di gestione dei materiali e delle forniture mediche.

Il Tribunale ha esaminato attentamente le prove presentate dall’avvocato Del Vecchio, comprese le testimonianze dei colleghi di lavoro. È emerso che la lavoratrice ha effettivamente svolto mansioni superiori a quelle previste dal suo contratto, principalmente a partire dal 2017. Le attività svolte dalla lavoratrice sono state ritenute coerenti con una qualifica di livello B/1 del CCNL Case di Cura Aiop, più elevata rispetto a quella A2 cui era inizialmente inquadrata.

La sentenza ha quindi accolto il ricorso della lavoratrice, riconoscendole il diritto all’inquadramento nella categoria B/1 a partire dal luglio 2017. Sanitaservice Asl Ta è stata condannata a corrispondere le differenze retributive dovute alla lavoratrice a partire dal momento in cui ha iniziato a svolgere mansioni superiori, quindi dal 2017, oltre agli interessi legali e alla rivalutazione monetaria.

“La sentenza rappresenta una vittoria – conclude Maldarizzi – e potrebbe avere implicazioni significative per altri lavoratori che si trovano in situazioni simili, fornendo un precedente giuridico per richiedere un adeguato riconoscimento delle mansioni svolte. La decisione del Tribunale di Taranto sottolinea l’importanza della corretta valutazione delle mansioni e dell’inquadramento lavorativo per garantire equità e giustizia nel mondo del lavoro”.