Tre lunedì di no-guerra, a Terlizzi, tre tappe per costruire un’economia di pace e non assuefarsi alle logiche dell’economia bellica. Primo appuntamento, lunedì 28 ottobre 2024. Gli altri due eventi: lunedì 4 novembre e lunedì 11 novembre, su iniziativa del Punto pace Terlizzi di Pax Christi che ha chiamato a raccolta esperti e protagonisti del movimento pacifista per confrontarsi su «La guerra serve solo a fare la guerra».
L’incontro di lunedì 28 ottobre (inizio alle ore 18:45) è in programma al Mat Laboratorio urbano, via Macello 1. Il tema: «Pace, legge di bilancio e Costituzione». Intervengono: Cristina Tajani, senatrice e capogruppo Pd, membro della Commissione Finanze («La legge di bilancio, quale visione di Paese»); e Nicola Colaianni, già magistrato e parlamentare («La bellezza della nostra Costituzione»). Modera: Gianluigi De Vito, giornalista professionista, componente Pax Christi Terlizzi.
Lunedì 4 novembre 2024 (inizio alle 18:45), la seconda tappa de «La guerra serve solo a fare la guerra» è prevista al cinema «Piccolo osservatorio universale Aldo Garzia» in largo don Pappagallo 13 (Terlizzi). Il tema in agenda: «Economia di pace e finanza etica: si può, si deve». Al saluto iniziale di mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia, seguono l’intervento di Giulio Marcon, coordinatore della Campagna Sbilanciamoci, già parlamentare («Politica della guerra e politica della pace»); e Teresa Masciopinto, presidente della Fondazione Finanza Etica («Banca Etica: una scelta di economia alternativa»). Modera: Simona Tamborra, imprenditrice, componente Pax Christi Terlizzi.
Lunedì 11 novembre 2024 (inizio alle 18:45), terza e ultima tappa, sempre al cinema «Piccolo osservatorio universale Aldo Garzia» in largo don Pappagallo 13. Si discuterà de «L’economia di Francesco». Introduce, Rosa Siciliano, direttore editoriale di Mosaico di Pace. In programma il saluto del vescovo della diocesi di Molfetta, Domenico Cornacchia. L’intervento su «L’economia di Francesco non uccide, include, umanizza» è affidato a Antonio De Lellis, del Centro studi economico-sociale per la Pace. La terza tappa si conclude con lo spettacolo teatrale di e con Raffele Tedeschi, dal titolo «Io non ci volevo venire ovvero Francesco, il Sultano, il frate imprudente» (una produzione Spazio G-Ets).
«È notevole lo spostamento della cultura dominante verso la guerra – afferma don Michele Stragapede, di Pax Christi Terlizzi – Il crescente investimento economico che la giustifica non può in alcun modo essere legittimata dal mantra “l’industria delle armi produce ricchezza e lavoro.” Gli investimenti nel comparto difesa, in realtà, non creano i tanto sbandierati posti di lavoro; un miliardo di euro investito nel settore bellico produce 3.161 posti di lavoro, ma tale somma nel settore di protezione ambientale produrrebbe 9.960, e se investito nella sanità potrebbe generare 12.800 posti, e 13.890 nell’istruzione. Negli ultimi 10 anni in Italia – aggiunge don Michele Stragapede – , dati forniti dalla Nato, la spesa militare è aumentata del 26%, a fronte di un aumento del 9% del Pil, e solo del 4% l’occupazione. Ed è per questo – conclude – che va aperta una discussione seria per ribaltare la retorica dominante e questi tre incontri terlizzesi vogliono contribuire ad affermare la triste realtà per cui preparare la guerra serve solo a fare la guerra».
«In un clima mediatico di post verità e fake, in cui il cortocircuito delle informazioni ha prodotto assuefazioni ai conflitti per cui la morte dei singoli sono una tragedia e i morti ammazzati in guerra sono statistica, diventa sempre più impellente, a tutti livelli, promuovere una maggiore consapevolezza delle scellerate politiche aggressive neoliberali che portano ad uno stato di guerra permanente a tutti i livelli che lasciare senza futuro intere generazioni», dice Gianluigi De Vito di Pax Cristi Terlizzi.
E Simona Tamborra, anche lei attivista nella prima linea di Pax Cristi Terlizzi, fa eco: «Abbiamo sentito l’urgenza di mobilitarci per chiedere alla società civile e alla politica una riflessione: ridiscutere le linee di politica estera tese ad incentivare il settore dell’industria della difesa, ma anche maturare scelte economiche alternative e non investimenti in armi. Vogliamo rendere possibile la costruzione continua di percorso verso il sogno di bandire la guerra dall’orizzonte dell’umanità lavorando per la prevenzione dei conflitti e costruire atteggiamenti di pace a partire dalle scelte quotidiane e dallo stile di vita nei piccoli comuni come nelle grandi città».