Prosegue a Trani il Radar Photo Festival, il festival internazionale di fotografia e impatto zero dedicato ai “Futuri imperfetti”, organizzato dalla Scuola in Arti Visive Spaziotempo, con la direzione artistica di Giovanni Albore e Adriana D’Alano e la curatela fotografica di Francesco Merlini.
In occasione del lungo fine settimana di festa cambia i suoi orari. Sono infatti previste delle aperture straordinarie nel fine settimana che arriva (1 – 3 novembre) in cui le mostre saranno aperte venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, per consentire al pubblico di accedere con maggior facilità agli spazi allestiti con le oltre 200 foto dei 13 artisti selezionati per questa edizione.
E dalla prossima settimana cambiano anche gli orari e i giorni di apertura fino al 30 novembre. A partire dal 4 novembre dunque le mostre saranno chiuse in settimana e visitabili esclusivamente il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00.
Chi vorrà partecipare al Radar Photo Festival potrà riflettere attraverso i lavori esposti sui cambiamenti in corso sul pianeta Terra, sul modo in cui l’impronta umana sta ridisegnando spazi, confini e luoghi e sull’esistenza o meno della possibilità di recuperare, o forse sarebbe più opportuno dire salvare, l’ambiente che ci circonda anche attraverso una nuova visione di progresso, che però fatica ancora a farsi spazio. Nel Monastero di Santa Maria Colonna, un monastero dell’anno Mille affacciato sul mare,sono esposti i lavori di Kata Geibl con la sua prima monografia sugli effetti ambientali prodotti dall’individualismo; Natacha de Mahieu con la sua riflessione sul “nuovo turismo”; Piero Percoco il cui lavoro è un omaggio alle terre dell’Ecomuseo Boccadoro-Ariscianne; il progetto vincitore della Open Call firmato da Louis Roth e dedicato alla ricerca di modernità dell’Egitto e l’idea del potere consolidato attraverso l’architettura monumentale; Simone Tramonte su energie rinnovabili e nuove tecnologie; Gaia Squarci che con il suo progetto affronta il modo in cui le persone, in relazione al loro status socio-economico, si adattano all’aumento delle temperature; Diambra Mariani esporrà un lavoro sul ripopolamento di alcune zone disabitate della Spagna; il progetto di arte contemporanea di Dario Agrimi con una installazione ispirata al Golem, mitica figura dalle sembianze umane, priva di facoltà intellettive ed esente da qualsiasi tipo di emozione, ma dotata di una forza sovrumana, che appartiene alla tradizione cabalistica ebraica; Olgaç Bozalp, con il suo lavoro sul fenomeno delle trasmigrazioni e la collettiva dei finalisti della Open Call.
Radar festival vuole essere anche un festival a impatto 0 che guarda alla transizione ecologica e digitale, cercando di promuovere comportamenti più responsabili anche da parte dei fotografi a partire dagli allestimenti usati, e dalle modalità espositive con uso di carta con semi piantabili e prodotti certificati Ue per l’ambiente. Tra le novità più interessanti anche l’attivazione di una piattaforma di e-commerce in cui è possibile scambiare attrezzature usate e favorire pratiche di economia circolare per addetti al settore, creando un approccio al mestiere del fotografo che contempli anche i costi ambientali del proprio impatto.
Organizzato dalla Scuola in Arti Visive Spaziotempo, con il patrocinio del Comune di Trani, il Radar Photo Festival 2024 rientra tra le attività del Progetto Futuri (Im)perfetti: fotografia e comunità, strumenti condivisi di innovazione sociale e ambientale – Finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU – PNRR, M1C3 – INVESTIMENTO 3.3 – Sub-Investimento 3.3.4 – Promuovere l’innovazione e l’eco-design inclusivo, anche in termini di economia circolare e orientare il pubblico verso comportamenti più responsabili nei confronti dell’ambiente e del clima.
In parternship con @photoluxfest e @fotofestiwal, Radar Photo Festival ospita il progetto europeo di archiviazione digitale Fortepan Method realizzato in collaborazione con la Fondazione Summa Artium di Budapest (Ungheria) e il Fotofestiwal Lodz (Polonia), con il sostegno del programma Creative Europe dell’Unione Europea. Fortepan nasce dodici anni fa a Budapest, dal ritrovamento di un sacchetto di plastica pieno di fotografie anonime in un cassonetto. Oggi l’archivio, grazie al lavoro dei curatori e alla generosità dei donatori privati, raccoglie 172.379 fotografie. Tutte le fotografie sono disponibili sotto licenza Creative Commons e possono essere visualizzate, utilizzate e stampate liberamente. Il risultato è un archivio unico, accessibile a tutti, che racconta la storia dell’Europa dagli inizi della fotografia al 1990. Alla Biblioteca Giovanni Bovio dal 1°ottobre al 6 ottobre sarà possibile contribuire alla creazione del più grande archivio europeo digitale del 900 riportando a casa con sé la foto d’archivio e la sua copia digitale.