TRASFERIMENTO DEL MERCATO DI ANDRIA, FIVAP-UNIONECOMMERCIO: “ASSESSORE ALLA RICERCA DI OLTRE TRE CHILOMETRI DI STRADA? IDEA SUPERATA DAI TEMPI.

NON ABBIAMO BISOGNO DI ASFALTO ROVENTE MA DI AREE SPARSE, FRAZIONATE, PER DARE UN SERVIZIO ALLA CITTA’. SE L’ASSESSORE CONTINUA AD IMMAGINARE UN MERCATO DI OLTRE 3 CHILOMETRI ALLORA E’ FUORI STRADA”

Continuano le prese di posizione dopo le dichiarazioni dell’assessore ai mercati del comune di Andria il quale starebbe alla ricerca di oltre tre chilometri ove trasferire il mercato settimanale del martedì.

Dopo le altre Sigle di Rappresentanza e degli stessi ambulanti che, a loro volta, hanno rilasciato interviste sul tema, prendono posizione anche da FIVAP-Unionecommercio che dichiarano: “l’assessore farebbe bene a destinare il suo tempo allo sviluppo economico della città sofferente e in profonda crisi identitaria. Per quanto ci riguarda può tranquillamente desistere dalla ricerca di asfalto rovente ove allocare oltre 540 postazioni di vendita. Un’idea superata dai tempi e dalla legge, la sua, e forse in questo periodo anche cattivi consiglieri stanno completamente ignorando la realtà. Andria è troppo grande ed ha bisogno di aree dedicate ed attrezzate per dare un servizio ai quartieri cittadini. Un’idea che più volte è stata messa sul tavolo di concertazione comunale ma mai considerata, anche a causa di infantile pregiudizio o per preconcetto. Le idee degli Ambulanti e delle Associazioni di Rappresentanza sono molto più avanti di quelle di un’Amministrazione comunale che fatica a trovare un punto di intervento anche su questo tema. Improvvisazione, pressapochismo e soprattutto timore, quasi terrore di prendere decisioni autonome e a forte connotazione politica fanno galleggiare un percorso molto negativo per la città che merita una fortissima scossa. Tre lunghissimi anni che hanno prodotto nulla o poco più e che ora, pur di dimostrare di aver preso una decisione, si rischia che a pagarne le conseguenze sia la categoria. L’unica cosa che l’assessore deve fare è convocare immediatamente le Associazioni, dando seguito alle richieste anche congiunte che gli sono arrivate sulla scrivania di Largo Grotte, e cominciare a fare un bagno di umiltà predisponendosi all’ascolto, all’apprendimento ed a quel recepimento di idee e di progetti che ciascun buon amministratore, che non è un volontario ma lautamente retribuito con denaro pubblico, deve fare dimostrando di saperlo e di volerlo fare. Il futuro del piccolo commercio andriese e del suo tessuto imprenditoriale e cittadino non può certo passare attraverso atteggiamenti capricciosi che fanno pure molto male a chi li pone in essere. Il rischio è che neppure di ciò qualcuno se ne renda conto, facendosi prendere la mano”