Pagamento dei crediti alle imprese dell’indotto, intervento di Davide Sperti, segretario generale Uilm Taranto e Cosimo Amatomaggi, segretario Uilm Taranto Appalto e territorio: “Bene lo sblocco dei bonifici, ma non bisogna abbassare la guardia. Serietà e trasparenza per la gestione complessiva dello stabilimento. Garantire pagamenti puntuali e vigilare, per normalizzare l’appalto”
Il sistema dell’indotto siderurgico è ad un punto di svolta importante, ma non bisogna abbassare la guardia. Siamo infatti a conoscenza del fatto che stanno arrivando i bonifici per un riconoscimento parziale dei crediti alle imprese dell’indotto; si tratta di crediti relativi alla gestione precedente rispetto all’amministrazione straordinaria. Questo riconoscimento deriva sì dall’impegno governativo, ma anche dalle forti sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, che hanno chiesto, non appena si sono insediati i commissari dell’ex Acciaierie d’Italia, che si avviasse innanzitutto una ricostruzione sociale e delle condizioni di lavoro dei dipendenti diretti e dell’indotto, e che questa dovesse partire da una discontinuità rispetto alla prima amministrazione straordinaria del 2015, allorquando sia gli istituti dei lavoratori diretti che i crediti delle aziende dell’indotto finirono invece nella massa passiva della procedura fallimentare ancora in corso presso il Tribunale di Milano.
Oggi, siamo giunti, forse, ad un passaggio significativo: il segnale dello sblocco dei bonifici per le imprese dell’appalto è sicuramente un fatto positivo e una dimostrazione d’attenzione da parte della gestione commissariale, ma rimarchiamo anche la forte azione della nostra organizzazione sindacale. Finalmente, con lo sblocco dei crediti – anche attraverso accordi transattivi tra la gestione commissariale, le aziende e intermediari finanziari, come istituti di credito – queste condizioni possono essere garantite. Su queste novità in merito ai pagamenti delle aziende esprimiamo una cauta soddisfazione, ma, raggiunto questo risultato, bisogna da subito monitorare l’operato delle stesse imprese dell’indotto siderurgico, perché ora devono investire e salvaguardare l’occupazione senza scuse. Rivolgiamo inoltre un appello al governo e all’azienda: occorre vigilare, da parte della gestione commissariale, affinché non si continuino a verificare casi come quelli degli anni passati che costituiscono una pagina buia per l’intera comunità, come situazioni di dumping contrattuale, contratti che non sono attinenti alle mansioni dei lavoratori, massimo ribasso per le aziende dell’appalto che generano differenze tra le stesse aziende (casi di quelle che ammortizzano i costi attraverso un arretramento delle condizioni normative e salariali dei lavoratori, che risparmiano sulla sicurezza delle persone – che sono state tutelate – perché hanno ovviamente un minor costo nell’appalto – e, differentemente, quelle che rispettano norme e contratti, non tutelate perché per assurdo “fuori mercato”). Davanti a tutto questo, un’amministrazione pubblica non può girarsi dall’altra parte. Tutto ciò che è successo di positivo in merito allo sblocco dei crediti è anche grazie a noi e alla nostra azione sindacale, ma adesso bisogna guardare avanti pretendendo serietà e trasparenza da tutte le imprese per la gestione complessiva dello stabilimento.
Chiediamo inoltre che la gestione commissariale continui a garantire la gestione corrente dei pagamenti, con puntualità, senza chiedere sconti o dilazioni che si ripercuotono sulle condizioni dei lavoratori delle aziende e riportano alla mente abitudini nefaste del passato. Più in generale, c’è la grande questione dell’azienda ex Ilva che è oggi di nuovo sul mercato. Ci sono già grosse preoccupazioni per il cosiddetto rischio “spezzatino”, ovvero che l’azienda venga venduta non per intero. Una possibilità che deve essere assolutamente scongiurata. Indipendentemente da chi sarà l’acquirente, fermo restando l’assoluta necessità che lo Stato resti e svolga un ruolo di garanzia negli assetti societari futuri che prenderanno forma, occorre normalizzare la situazione dell’appalto facendo accedere alle gare solo chi rispetta le leggi e i contratti vigenti, coerentemente con i protocolli di legalità. Se vincere la sfida del rilancio di Taranto vuol dire fare da apripista per tante vertenze sul territorio nazionale, così come annunciato più volte dal ministro Urso, è prioritario partire dalle basi, restituendo alla nostra comunità le dovute garanzie di stato di diritto. Il governo nazionale, dopo più di 12 anni di vergognosa vertenza, è in debito con Taranto. Noi, come sempre, non faremo sconti a nessuno.