Dopo la vendemmia 2023 compromessa dagli attacchi di peronospora
un altro fattore di rischio per la sopravvivenza delle aziende agricole
De Noia: “Intervengano gli enti preposti al controllo nelle cantine. Inoltre va riconosciuta la giusta remunerazione”
Una nuova miserevole speculazione sui prezzi dell’uva. Nelle province di Bari e Bat, è iniziata la vendemmia ma si sono subito registrate forti speculazioni a danno dei vitivinicoltori.
Già la vendemmia 2023 fu gravemente compromessa dagli attacchi di peronospora a seguito delle abbondanti e persistenti piogge della primavera precedente, ma ora c’è un altro fattore che preoccupa i produttori. Da Andria a Minervino; da Ruvo a Corato, Bitonto, Terlizzi e fino a tutto il sud est barese la situazione è tale da compromettere la sopravvivenza delle aziende agricole.
“In questa annata, le uve, se pur di minore quantità per effetto della siccità che ha caratterizzato l’intero periodo primaverile-estivo, dal punto di vista qualitativo si presentano di eccellente qualità, base di partenza per ottenere vini di eccellente qualità, grazie alla professionalità dei nostri produttori vitivinicoli”, fa sapere il presidente provinciale CIA Levante (Bari-Bat) Giuseppe De Noia “ma la situazione si presenta complessa e ancora una volta in salita. Parliamo – spiega De Noia – di uve pregiate con 24, 26/27 gradi babo di zuccheri a partire dal Primitivo, al Sangiovese, al Moscato. La vendemmia, che dopo un anno di attesa e sacrifici, deve rappresentare un momento di festa ed appagamento per il lavoro svolto, quest’anno, in base ai dati e alle segnalazioni che arrivano dai mercati vitivinicoli, sembrerebbe destinata a favorire una delle più grandi speculazioni vitivinicole degli ultimi quindici anni da parte dei soliti ignoti. È necessario – aggiunge – scongiurare la prossima grande speculazione a danno degli agricoltori. Chiediamo perciò l’intervento delle istituzioni e degli enti preposti perché vengano effettuati capillarmente i controlli nelle cantine, onde evitare che molta uva da tavola invenduta vada a finire nelle cantine, creando notevoli disagi ai produttori di uva da vino e che le varietà di uva da vino siano verificate rispetto alla loro effettiva produzione e destinazione. Siamo fermamente convinti – conclude De Noia – che agli alti costi di produzione sostenuti per produrre uve eccellenti (gasolio, concimi, fitosanitari, eccetera) da cui si ottengono vini da guinness dei primati, vada riconosciuta l’adeguata remunerazione alle aziende vitivinicole e su questa «impostazione» saremo fermi”.
Giovanni Bucci, vicepresidente di CIA Levante, pone l’accento sui grossi ritardi dei ristori compensativi per la peronospora. Ad oggi, infatti, le aziende agricole non hanno ricevuto quanto di loro spettanza in seguito alla forte contrazione della produzione subita l’anno scorso.
Gennaro Sicolo presidente regionale e vicepresidente nazionale CIA, condividendo le preoccupazioni dei vitivinicoltori, ricorda che la Puglia si conferma tra le prime regioni produttrici di vino e con tanti vini Dop e Igp si conferma ai primi posti nella classifica nazionale dei prodotti certificati. «Questa regione – dichiara – ha registrato negli ultimi anni un grande successo dei vini rossi e in particolare dei vini rosati. Vanta un numero considerevole di aziende certificate che esportano anche all’estero, sostenendo la filiera e più in generale l’economia pugliese».