ph Egidio Magnani
Un’altra grande “industria” tarantina ridotta a un colabrodo che perde lavoratori ogni giorno di più. Dai 2mila degli inizi del decennio a poco più degli attuali 800. Ma non perché il lavoro non ci sia ma perché ormai tutto il lavoro di manutenzione del naviglio è affidato all’esterno.
E’ la vertenza Arsenale di Taranto che domani richiamerà a Taranto i vertici della Funzione Pubblica CGIL, con il segretario Nazionale della FP CGIL Funzioni Centrali, Florindo Oliverio e Marco Campochiaro, coordinatore nazionale della FP CGIL Difesa.
L’orgoglio di quella realtà storica e professionale sta scomparendo e nessuno sembra accorgersi del male che si sta compiendo ai danni del territorio – spiega Grazia Albano, segretaria della FP CGIL – perché non si hanno tracce dei piani di rilancio, perché non si conserva il ruolo pubblico di un’attività che è bene ricordarlo fa capo allo Stato e al Ministero della Difesa, e anche perché non si salvaguarda la natura storica di questo insediamento.
Si parla di integrazione dei modelli di sviluppo, di emergenza occupazionale, di diversificazione, ma si lascia che la poca carne rimasta sull’osso dell’Arsenale di Taranto venga spolpata da appalti e subappalti esterni che nulla lasciano al territorio e senza una vera e propria ipotesi di rilancio di quello stabilimento – sottolinea Mimmo Sardelli, segretario generale della FP CGIL di Taranto.
Per tale ragione domani 28 febbraio dalle 10.00 alle 14.00 si terrà un’assemblea del personale civile del Ministero della Difesa, a cui parteciperanno i lavoratori di taranto, i segretari nazionali e territoriali della FP CGIL e Pietro Avellino, coordinatore territoriale della FP CGIL Difesa di Taranto.
Alle ore 9.30, sempre di domani 28 febbraio, è previsto un punto stampa davanti all’ingresso dell’Arsenale di Taranto, in Piazza Ammiraglio Pasquale Leonardi Cattolica con l’intersezione di Via Di Palma a Taranto.