Visioni del Sud, un tuffo nell’arte tra mostre e installazioni al Castello Volante di Corigliano d’Otranto (Lecce)

Visioni del Sud” 2023

Castello Volante di Corigliano d’Otranto

Ancora visitabile il percorso espositivo che attraversa le sale del maniero, trasformandolo

in cantiere di sperimentazione artistica e osservatorio sulle realtà del mondo

Fino al 19 ottobre 2023

QUI LA CARTELLA IMMAGINI

Settembre è il mese perfetto per scoprire – o riscoprire – il fascino segreto del Castello Volante di Corigliano d’Otranto (Lecce), uno dei manieri più affascinanti della Puglia nonché luogo di sperimentazione e creatività. Per tutto il mese, e sino al 19 ottobre 2023, il Castello unisce passato e contemporaneo con una straordinaria proposta di mostre e installazioni che attraversano fotografia, arti e visive arti plastiche, grazie al percorso espositivo di Visioni del Sud.

Visioni del Sud” a cura di Francesco Maggiore e Paolo Pisanelli e con gli allestimenti di Maurizio Buttazzo è un articolato programma di residenze artistiche e percorsi espositivi diffusi nel Castello di Corigliano d’Otranto, che ha l’obiettivo di sostenere la produzione artistica contemporanea attraverso la movimentazione di archivi storici o di recente formazione, la ricerca e la pratica artistica per la produzione di nuovi immaginari, facendo del Castello Volante un cantiere della sperimentazione e, al contempo, un luogo dell’impegno animato da una visione etica oltre che estetica.

Grandi artisti internazionali e artisti emergenti contribuiscono trasversalmente alla riflessione su temi centrali del presente, dalla fragile bellezza della natura alle identità di genere, toccando i grandi fatti della storia incarnati nelle vite delle persone.

La sala Tabaccaia, che negli scorsi anni ha già ospitato grandi autori e autrici della fotografia contemporanea come Letizia Battaglia, William Klein, Franco Pinna, Cecilia Mangini, Arturo Zavattini, quest’anno presenta i viaggi del fotoreporter statunitense di origini italiane Lou Dematteis.

Cinque Paesi, migliaia di chilometri attraverso i luoghi caldi del Pianeta dove “la storia accade” e la galassia di volti, comunità, luoghi celebri o dimenticati che danno corpo al racconto del mondo. Un viaggio lungo oltre quattro decenni alla scoperta del reale, dai quartieri suburbani di San Francisco ai villaggi del Nicaragua, del Vietnam, dell’Ecuador, passando per i “luoghi delle radici” in Italia.

È questo il viaggio del fotoreporter statunitense di origini italiane Lou Dematteis, raccontato nell’antologica “Five From One. Cinque paesi, cinque storie” a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli. La mostra presenta per la prima volta insieme cinque diverse serie di fotografie da altrettanti luoghi del mondo (Italia, Vietnam, Ecuador, Nicaragua, California), realizzate da Lou Dematteis dal 1972 al 2003, durante l’intero percorso della sua carriera professionale, per un totale di circa cento scatti rappresentativi.

Un suo scatto (esposto nella mostra) riuscì a rivelare al mondo in modo inequivocabile il coinvolgimento dell’amministrazione Reagan nella “sporca guerra” contro la rivoluzione Sandinista in Nicaragua (il lavoro gli valse una menzione al World Press Photo e l’inclusione nella selezione delle foto dell’anno del “New York Times” e della National Press Photographers Association.

A questo link la storia di questa foto.

La mostra anticipa in parte il progetto “A journey back. Un viaggio di ritorno”, la grande esposizione che verrà inaugurata il 6 dicembre 2023 al Museo Trastevere di Roma, dedicata esclusivamente agli scatti realizzati da Dematteis dal 1972 al 1980 durante i suoi “viaggi delle radici” in Italia, alla scoperta dei luoghi della memoria familiare e della cultura italiana.

Il percorso espositivo continua per tutto il Castello, tra torri cinquecentesche, sale nobili, fossati medievali e sotterranei dell’antico maniero di Corigliano d’Otranto.

Visioni del Sud è un viaggio fatto di storie ed esperienze come quella raccontata nella mostra site specific Gli asini dotti, con le fotografie di Marcello Moscara. Lungo gli ultimi chilometri della Via Francigena un asino di nome Bartolo e il suo fedele compagno Martino guidano una compagnia di artisti lungo le strade che portano fino a Finibus Terrae, là dove i pellegrini si imbarcavano per la terra Santa. Sotto una luce calda ed accecante, un fotografo, due musicisti, due registi, ed un poeta attraversano il Salento facendo incontri tra il previsto e l’imprevisto, sentendo ogni singolo passo conquistare ogni metro di terra. 

Identità, luoghi, riti, conflitto tra il bisogno di appartenenza e necessità di esprimere la propria unicità sono tra le domande aperte di Visioni del Sud, che si riflettono nelle mostre fotografiche di diversi artisti ospiti.

La fotografia e la ricerca artistica possono diventare strumenti di emancipazione contro le discriminazioni di genere: è ciò che fa Queer è ora di Alessia Rollo, a cura di Transparent, Big Sur, 73100Gaya, un programma di ricerca artistica e sociale che vuole raccontare le storie e i vissuti di quindici persone e gruppi appartenenti alla comunità LGBTQIA+. Il progetto, che parte dalla mostra fotografica, punta alla realizzazione di un’aticolata campagna di comunicazione sull’importante lavoro svolto dai centri antidiscriminazione su scala nazionale, che offrono spazi e servizi a supporto della comunità queer.

La Candelora a Montevergine di Alessandro Gattuso racconta il tradizionale appuntamento della comunità queer al Santuario di Montevergine la comunità queer partenopea celebra da secoli Mamma Schiavona, la “Grande Madre” di femminielli e persone LGBTQ+. Una festa pagana, dove le identità, i corpi e i generi sono liberi, unici e auto determinati nella loro non conformità: si suona e si balla senza sosta finché i muscoli reggono, condividendo spazio, cibo, corpi, gesti. 

Restart-Restanze fotografie di Maurizio Fiorino è un progetto sollecitato dal saggio “La restanza” di Vito Teti, l’autore indaga la propria identità di nativo calabrese, trasferitosi in seguito negli Stati Uniti. In questo lavoro, seguendo il tema del doppio e della sovrapposizione del sé, passato e presente si fondono, tra fotografie analogiche scattate tra il 2010 e il 2012 a New York, e una serie di ritratti in progress.

I paesaggi della memoria si richiamano a distanza di decenni grazie all’allestimento fotografico Respiri di pietra, con le opere di Leonello Bertolucci e Giuseppe Palumbo. In questo allestimento site specific, realizzato per Visioni del Sud nella torre di Sant’Antonio, la visione di un fotografo del presente, Leonello Bertolucci, dialoga con quella di un fotografo del passato, Giuseppe Palumbo. Palumbo, il “fotografo in bicicletta”, con la sua appassionata attività ha lasciato al Salento uno straordinario patrimonio di immagini che ritraggono il territorio composto da 1740 lastre, realizzate dal 1907 al 1959. Questo prezioso archivio, di proprietà del Museo Castromediano di Lecce, è valorizzato attraverso attività di ricerca, studio, rilettura, nuove creazioni e eventi espositivi.Qui, la proposta è un confronto intorno alle presenze megalitiche salentine, Dolmen e Menhir, le “preghiere di pietra” oggetto degli scatti dei due fotografi.

Al centro della torre circolare campeggia con tutta la sua forza simbolica e materica “Dna“, un menhir contemporaneo dello scultore Renzo Buttazzo.Nell’invadere e smuovere la materia, Renzo Buttazzo offre la visione di uno spazio immaginario nuovo, un nuovo mondo, plasmato sull’uomo e sulle sue percezioni. Opere composte, multipli, cloni, moduli, rappresentazione intima di elementi primari. Linea di demarcazione rimane la Natura e le sue trasformazioni, all’interno della quale lo scultore spazia fino al limite estremo dello spazio percettivo, insinuando sensazioni di precarietà e improbabilità di forme.

La ricerca materica e quella legata ai simboli ancestrali che attraversano la vita e la morte è al centro di diversi lavori in mostra.

Tra questi, Tra terra e cielo di Viviana Casaluci. Esiste uno spazio tra Terra e Cielo: è lo spazio in cui si manifesta la voce della nostra vera identità, in cui vivono le tante parti di noi proprio come queste creature in ceramica. Ognuna di loro è la rappresentazione delle forze che ci animano, ognuna ci invita a riflettere sul potere della Creatività intesa come forza vitale, energia trasformativa che ci anima. Ogni creatura è un invito a non smettere di esplorarci, ri-creare la nostra realtà ogni giorno, radicandoci nella Terra e connettendoci al Cielo in piena armonia con queste due dimensioni, il visibile e il non visibile.

Reliquie di Alice Graziadio, è un melting pot di oggetti, figure e storie che rimandano a un esotismo privo di precise connotazioni, opere che fungono da contenitore legate tutte dallo stesso obiettivo, evocare le trasformazioni e le contaminazioni in cui siamo immersi. La materia come mezzo per aderire alla realtà e farla diventare viva. Opere che diventano custodi della conservazione per far rimanere intatti gli oggetti al suo interno e farli esistere in un futuro prossimo, così come la pioggia di cenere, polvere e lapilli per Pompei.

Il percorso di Visioni del Sud è fatto di esperienze che hanno attraversato il Castello Volante durante l’anno e che hanno coinvolto la comunità di Corigliano d’Otranto in attività di co-creazione , le quali diventano occasione per esplorare aspetti nascosti della loro realtà.

Lo racconta L’immagine invisibile a cura di linea, mostra di fotografie analogiche a cura di linea, realizzata dall’artista visiva Alice Caracciolo con le studentesse e gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Corigliano Melpignano Castrignano” per il progetto ‘Vedere l’invisibile’ ideato e prodotto da Big Sur nell’ambito del piano nazionale Cinema e Immagini per la Scuola. Attraverso la costruzione di macchine fotografiche di cartone perfettamente funzionanti e sfruttando il principio del foro stenopeico, gli alunni hanno creato una narrazione fotografica personale sul tema dell’invisibile.

Visioni del Sud attraversa come un flusso anche gli spazi di Nuvole, il bistrot del Castello Volante, una sorta di “officina del gusto” che ogni anno “cambia pelle” ospitando forme e immaginari di artisti in dialogo tra loro.

Questa volta, con Fleur, sono le ceramiche di Stefania De Francesco a interagire con le illustrazioni di Alessandra De Cristofaro. Tecniche e materiali differenti, accomunati dal tema floreale, ci accompagnano in un viaggio onirico tra paesaggi fantastici abitati da fate, figure mitologiche in un mondo tutto al femminile. 

Le opere di Visioni del Sud prendono vita in spazi non convenzionali, seguendone le forme e, allo stesso tempo, modificandone la percezione. Così, anche un giardino del Castello può diventare un mare nel quale nuotano liberi dei pesci luminosi.

L’installazione …Nel loro grande mare di Nicola Genco è una citazione e un omaggio alla grandezza di Lucio Dalla, che scrisse proprio nel mare di Puglia (alle isole Tremiti) il testo della canzone “Com’è profondo il mare”, un dramma che a distanza di quasi mezzo secolo è più che vivo e attuale. Il nuoto dei pesci sospesi riflette, per contrasto, il disastro che l’antropocentrismo ha prodotto a tutti i livelli, umani, sociali, culturali, spirituali ed ambientali e la crisi ecologica è una chiara manifestazione di tale deriva.

Il Castello Volante

Il Castello Volante è un laboratorio multidisciplinare dove si incontrano e dialogano storia, architettura, cinema, musica, fotografia, scrittura, gastronomia e artigianato.
Vincitore del Bando della Regione Puglia per la valorizzazione degli attrattori culturali attraverso il sostegno alle imprese della filiera dello spettacolo dal vivo, “il Castello Volante” è il progetto realizzato da tre imprese culturali (Multiservice Eco, Coolclub e Big Sur), che insieme al Comune di Corigliano d’Otranto hanno ripensato l’antico Castello De’ Monti come un sistema di officine creative, un grande cantiere delle arti visive e performative aperto al territorio e alla comunità per la riscoperta e la tutela dei beni immateriali, la pratica artistica, il nutrimento dei pensieri che volano.
Il Castello e il suo intorno diventano, così, luoghi da abitare, non spazi vuoti o “location” solo da usare, ma contenitori di storie da scoprire e da svelare, corpi architettonici con cui stabilire una relazione sentimentale a cui restituire un segno del proprio passaggio.

Dal 2017 il Castello Volante ha ospitato grandi rassegne cinematografiche e mostre con importanti nomi della fotografia contemporanea italiana e internazionale, e si è affermato come centro espositivo e spazio di sperimentazione che favorisce l’incontro e gli “scambi creativi”.
Ogni anno la programmazione si arricchisce di eventi che nascono dalla collaborazione con altre realtà del territorio o con progetti internazionali, oltre a includere i festival ‘residenti’ di musica, cinema, arti visive e comunicazione politica prodotti dalle imprese culturali che hanno dato vita al Castello Volante e che oggi hanno trovato casa all’interno dell’antico maniero.

Il Castello si è affermato così come laboratorio di sperimentazione di buone pratiche artistiche e sociali ed è stato oggetto, per questo, dell’attenzione di numerosi programmi tv e testate giornalistiche nazionali.