“Vissi d’arte”, la personale di Aligi Sassu per la prima volta a Bari – 30 nov. / 25 gennaio 2025

In mostra anche Tobiolo, direttamente dalla 60ma Biennale di Venezia

Artista, antifascista, uomo libero. Tre aggettivi per descrivere Aligi Sassu, uno dei più importanti protagonisti del Novecento che ha attraversato quasi tutto il XX secolo lasciando un segno prezioso nella vita culturale italiana. La galleria SanGiorgio Arte, in collaborazione con l’Archivio Aligi Sassu, gli rende omaggio con una personale dal titolo “Vissi d’Arte” che ripercorre oltre sessant’anni di attività pittorica del maestro (dal 1939 al 1990). Il vernissage si svolgerà sabato 30 novembre alle 18.30 alla presenza di suo figlio Carlos Sassu Suarez Olivares, presidente dell’Archivio Sassu.

Per la prima volta a Bari, la ricchissima collezione è impreziosita dall’opera Tobiolo (1965), fino a qualche giorno fa in mostra alla 60ma Edizione della Biennale di Venezia, esposta all’Arsenale nella sezione Nucleo Storico.

Dall’altissimo valore artistico, l’opera trae ispirazione dalla serie degli Uomini rossi in cui Sassu evoca un regno mitico di nudi maschili – argonauti, centauri e dioscuri – sospesi in un’atmosfera senza tempo, sensualmente carica. L’artista interpreta una scena biblica rinascimentale che raffigura l’incontro tra il giovane pescatore Tobia e l’arcangelo Raffaele. I due protagonisti sono davanti ad una baia e le loro mani stringono una rete da pesca che richiama e amplifica la relazione intensa ed eroticamente ambigua che lega l’angelo, più anziano e fisicamente robusto, a Tobia.

Nato in una famiglia con forti legami con il socialismo – suo padre di origini sarde trapiantato a Milano fu uno dei fondatori del partito socialista – Sassu compie giovanissimo una scelta di campo in favore della giustizia sociale, dell’anti autoritarismo e contro ogni forma di fascismo. Il suo impegno politico lo farà condannare giovanissimo, a dieci anni di prigione per cospirazione antifascista. Dopo alcuni mesi a San Vittore ed altri al Regina Coeli viene trasferito nel carcere piemontese di Fossano dove potrà finalmente tornare a disegnare su fogli di quaderno, dopo aver ottenuto la grazia dal Re come “sorvegliato speciale”.

Visse i fermenti delle avanguardie storiche, il Futurismo in particolare, senza mai rimanerne intrappolato: rimase sempre libero e originale, rifiutando codici ed etichette.

Il mito, il cavallo, il nudo ed i paesaggi mediterranei i suoi temi più cari, ma la produzione è anche ricca di riferimenti alla letteratura, in particolare ai classici come I promessi sposi e la Divina Commedia che gli offrono la possibilità di indagare il destino dell’uomo.

Convinto che la qualità dell’opera fosse tutta nel disegno mentale, il suo processo creativo parte sempre da uno studio accurato del disegno oltre che dalla ricerca tematica. Merita attenzione a livello stilistico, la centralità del colore e in particolare il colore rosso, specchio della sua anima inquieta che sarà uno dei suoi tratti distintivi.  

La mostra terminerà il 25 gennaio e si potrà accedere in galleria dal martedì al sabato negli orari 10/13, 16/19. L’ingresso è libero. Per informazioni www.sangiorgioarte.it